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Progetto stati Libano
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Motto: Kulluna li-l-watan li-l 'ula li-l-'alam ("Tutti noi per la patria, la gloria e la bandiera")
Informazioni
Nome completo: Repubblica Libanese
Nome ufficiale: ﺍﻠﺠﻤﻬﻮﺮﻴﺔ ﺍﻠﻠﺒﻨﺎﻨﻴﺔ
(Al-Ǧumhūriyya al-Lubnāniyya)
Lingua ufficiale: arabo 1
Capitale: Beirut  (1'200'000 ab. / 2005 (stima))
Politica
Governo: repubblica semi-presidenziale
Presidente: Émile Lahoud
Primo Ministro: Fouad Siniora
Indipendenza: Dalla Francia (governo di Vichy), 22 novembre 1943
Ingresso all'ONU: Dal 24 ottobre 1945
Area
Totale: 10'452 km²  (160°)
% delle acque: 1.6 %
Popolazione
Totale (stima del 2005 2): 3'826'018 ab.  (123°)
Densità: 358 ab./km²  
Geografia
Continente: Asia
Fuso orario: UTC +2 -- Orario estivo (ora legale): UTC+3
Economia
Valuta: Lira libanese
PIL (PPA)  (2005): 24.420 milioni di $  (103°)
PIL procapite (PPA)  (2005): 6.681 $  (90°)
HDI  (2004): 0,774 (medio)  (78°)
Energia: 0.31 3  kW/ab.
Varie
TLD: .lb
Prefisso tel.: +961
Sigla autom.: RL
Inno nazionale: Kullunā li-l-watan li-l'ula li-l-'alam
Festa nazionale: 22 novembre
1 Numerosi documenti ufficiali sono redatti anche in francese. Altri idiomi diffusi in Libano sono il vernacolo arabo libanese, l'inglese e l'armeno.
2 L'ultimo censimento risale al 1932 e non è stato più aggiornato per motivi di opportunità politica e per non turbare gli equilibri interconfessionali.
3 Fonte CIA World FactBook, 2003.

Il Libano (لبنان, Lubnān in arabo, nella forma estesa ﺍﻠﺠﻤﻬﻮﺮﻴﺔ ﺍﻠﻠﺒﻨﺎﻨﻴﺔ, Al-Ǧumhūriyya al-Lubnāniyya, ossia "Repubblica libanese") è uno stato del Vicino Oriente che si affaccia sul settore orientale del Mare Mediterraneo. Il Libano confina a nord e ad est con la Siria e a sud con Israele. Rimane aperto il contenzioso sullo status delle fattorie di Sheba'a, che si trovano attualmente sotto controllo israeliano.

La superficie del Libano è di 10.452 km quadrati. La capitale è Beirut. Le attività economiche principali sono i servizi bancari e finanziari, tradizionalmente sostenuti da un regime economico libero-scambista e competitivo, e il turismo.

Secondo una ricostruzione etimologica molto diffusa quanto non scientifica, il termine Lubnān sarebbe stato utilizzato a partire dall'ottavo secolo dell'era comune e deriverebbe dalla radice trilittera l-b-n, la stessa della parola laban (ossia "latte"), per via della somiglianza tra i massicci montuosi coperti di neve e il colore del latte.

Indice

Geografia

Il Libano dallo spazio.

Storia

Dopo la fine dell'Impero Ottomano con la Prima guerra mondiale, la Società delle Nazioni affidò le cinque province che oggi costituiscono il Libano al controllo della Francia. La Conferenza di Sanremo definì limiti e compiti di tale protettorato nel 1920, tali decisioni furono ratificate dalla Società delle Nazioni nel 1921 ed entrarono in vigore nel 1922.

Il Libano ottenne l'indipendenza nel 1943, ma solo nel 1946 le truppe francesi abbandonarono il paese.

La storia libanese successiva all'indipendenza è stata caratterizzata dall'alternanza di periodi di stabilità politica e di disordini, ai quali si è sovrapposta la prosperità economica, determinata dall'importanza che Beirut riveste nel Medioriente quale centro finanziario e commerciale.

Dopo il conflitto arabo-israeliano del 1948, in Libano giunsero più di 100.000 profughi palestinesi in fuga dopo la proclamazione dello Stato di Israele. Altri profughi si aggiunsero dopo la guerra del 1967 fra arabi e israeliani e dopo il Settembre nero. Nel 1975 i palestinesi in Libano ammontavano a circa 300.000. Fu anche a causa della presenza di un numero così ingente di profughi che la guerra civile scoppiò nell'aprile del 1975, lasciando il paese senza un effettivo governo centrale.

A fronteggiarsi furono da un lato le milizie composte soprattutto da cristiani maroniti (non sempre amichevoli nei confronti dei loro correligionari palestinesi, come il sanguinoso assedio al campo-profughi beirutino di Tell el-Za'tar aveva dimostrato), delle quali la principale era quella legata al partito falangista (Katā'eb), guidata da Beshir Gemayel, figlio del suo storico fondatore; dall'altro una coalizione di palestinesi, libanesi sunniti, libanesi sciiti (Amal e Drusi. Nel 1976 la guerra stava volgendo a sfavore dei cristiani maroniti e dei loro alleati (le milizie di Sulaymān Frānjiyye e di Camille Sham‘ūn, già presidenti della Repubblica libanese) e questo indusse la Lega Araba, dopo uno storico accordo di Riyād, ad autorizzare l'intervento di una Forza Araba di Dissuasione (FAD) - nominalmente composta da vari Stati arabi ma di fatto presto egemonizzata dalla Siria - che riuscì a riportare con la forza la pace nel Libano, colpendo senza troppe esitazioni i combattenti musulmani palestinesi e i loro alleati.
Nel 1978, molti maroniti si convinsero del fatto che, in realtà, i siriani avevano intenzione di occupare e controllare il paese, realizzando il loro antico sogno della "Grande Siria" e la loro occupazione di fatto si espresse in modo esplicito (ma sanzionato dagli Stati arabi) a partire dal settembre di quell'anno.
Le forze siriane sono rimaste in Libano, condizionandone pesantemente la vita politica, fino all'aprile del 2005, quando si sono ritirate in seguito alle manifestazioni di piazza seguite all'assassinio del Primo Ministro libanese Rafīq al-Harīrī.
Nel 1982 il Paese subì una devastante invasione israeliana: la cosiddetta operazione militare "Pace in Galilea" che, più correttamente, è ormai chiamata Prima guerra israelo-libanese. Essa era stata voluta dal governo israeliano per sradicare dal Libano la presenza armata palestinese ma si spinse ben oltre il sud-Libano in cui le unità della resistenza palestinese s'erano insediate, arrivando fino a Beirut dove aveva sede l'OLP.
L'intervento internazionale consentì di evitare un bagno di sangue e lo sgombero della dirigenza dell'OLP e di molte unità armate palestinesi alla volta dei paesi circonvicini (la dirigenza dell'OLP si rifugiò a Tunisi) ma ciò non impedì che si perpetrassero atrocità contro la popolazione civile (massacri dei campi-profughi di Sabra e Shatila a Beirut, operati da unità cristiane guidate da Elias Hobeika sotto lo sguardo "distratto" delle autorità militari israeliane occupanti l'area coinvolta).


Seconda guerra israelo-libanese

Per approfondire, vedi la voce Seconda guerra israelo-libanese.

Il 12 Luglio 2006, le milizie del gruppo radicale sciita Hezbollah iniziarono a bombardare le posizioni ed i villaggi israeliani di confine con razzi Katyusha e mortai. Contemporaneamente, un reparto Hezbollah attaccò una pattuglia delle IDF che stava perlustrando nei pressi del villaggio di Zar'it, uccidendo tre soldati e catturandone due[1][2][3]. Israele iniziò così un'offensiva militare contro il Libano, diretta a neutralizzare il dispositivo armato di Hezbollah e le sue possibilità offensive.
Nei giorni seguenti, i bombardamenti israeliani colpirono pesantemente anche infrastrutture civili, come l'aeroporto di Beirut, i porti e le principali vie di collegamento terrestre con la Siria, i quartieri della periferia meridionale di Beirut e diversi villaggi nel Libano meridionale, provocando centinaia di vittime tra civili e membri militanti di Hezbollah.
Hezbollah rispose all'offensiva israeliana con lanci di ordigni contro obiettivi militari e civili nel nord di Israele, provocando decine di vittime, civili e militari.

L'11 agosto 2006, dopo settimane di stallo in cui la diplomazia non era riuscita a giungere ad una tregua tra le parti per consentire l'apertura di corridoi umanitari in favore della popolazione civile libanese, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite votò all'unanimità la Risoluzione 1701 (2006).

Il testo della risoluzione chiede l'immediata cessazione delle ostilità tra Israele e Hezbollah, il ritiro delle truppe israeliane dal Libano meridionale, in concomitanza con lo schierarsi nella zona delle truppe regolari libanesi e dell'UNIFIL e prevede la creazione di una zona cuscinetto "libera da ogni personale armato che non sia quello delle Nazioni Unite e delle forze armate regolari libanesi" per dodici miglia tra la frontiera israelo-libanese e il fiume Litani. La Risoluzione richiama al rispetto della precedente Risoluzione 1559 (2004), che aveva richiesto il disarmo delle milizie libanesi, compresa Hezbollah.

Il 14 Agosto 2006, subito dopo l'annuncio del cessate-il-fuoco e la fine delle azioni militari, il governo libanese avviò il dispiegamento delle proprie forze armate lungo il confine meridionale. Centinaia di migliaia di civili fecero ritorno ai propri villaggi, in molti casi gravemente danneggiati dal conflitto.

Il 25 Agosto 2006, il vertice dell'Unione Europea a Bruxelles stabilì l'invio di circa settemila militari europei per costituire il nucleo centrale della forza multinazionale di interposizione nel Libano meridionale. Le truppe multinazionali (guidate dalla Francia, a cui subentrerà l'Italia nel febbraio 2007) secondo la Risoluzione 1701, tra l'altro, intraprenderanno ogni azione necessaria per assicurare che la loro area d'operazioni non sia utilizzata per attività offensive di ogni genere. Non avranno il compito di disarmare le milizie Hezbollah, che spetterà alle truppe libanesi, assieme alla sorveglianza del confine con la Siria, per impedire il traffico d'armi.

La crisi politica innescata dalle dimissioni dal governo Siniora di cinque ministri legati ai partiti filosiriani Hezbollah e Amal, dovute alle divergenze riguardanti in parte l'istituzione di un tribunale internazionale sull'assassinio di Rafiq al-Hariri e in parte la richiesta non accolta di un rimpasto di governo che assegni maggiore potere alla componente sciita, si aggravano ulteriormente dopo l'assassinio del ministro dell'industria Pierre Amin Gemayel, avvenuto il 21 Novembre 2006.

Note

  1. Sulla vicenda si sono susseguite versioni discordanti relativamente al luogo esatto dell'incidente. Da parte israeliana si è parlato di sconfinamento degli Hezbollah, che a propria volta hanno affermato che lo scontro si sarebbe svolto in territorio Libanese.
  2. (EN) GlobalResearch.ca:Who Really Started the War Against Lebanon?
  3. Secondo un documento dell'UNIFIL "New hostilities on the Israeli-Lebanese border started on 12 July 2006 when Hizbollah launched several rockets from Lebanese territory across the Blue Line towards IDF positions near the coast and in the area of the Israeli town of Zarit. In parallel, Hizbollah fighters crossed the Blue Line into Israel, attacked an Israeli patrol and captured two Israeli soldiers, killed three others and wounded two more. The captured soldiers were taken into Lebanon. [...] Israel retaliated by ground, air and sea attacks. In addition to air strikes on Hizbollah positions, the IDF targeted numerous roads and bridges in southern Lebanon, within and outside the UNIFIL area of operations."

Politica

Il Libano è una repubblica. L'elemento più importante del sistema politico libanese è il confessionalismo, ossia un assetto istituzionale in cui l'appartenenza religiosa di ogni singolo cittadino diventa il principio ordinatore della rappresentanza politica e il cardine del sistema giuridico. Anche gli incarichi amministrativi sono suddivisi tra le differenti confessioni religiose secondo un meccanismo predeterminato di quote riservate, che sono attribuite a ciascun gruppo in funzione del suo peso demografico e sociale.

In base a una convenzione costituzionale risalente al "patto nazionale" (al-mīthāq al-watanī) del 1943, le più alte cariche dello stato sono assegnate ai tre gruppi principali: il presidente della repubblica è maronita, il primo ministro è sunnita, mentre il presidente del parlamento è sciita.

Gli accordi di Tā'if del 1989 non hanno modificato questo sistema, ma si sono limitati a riequilibrare i rapporti di forza tra le confessioni maggiori, facendo in modo che il numero di deputati musulmani fosse pari al numero di deputati cristiani, e aumentando i poteri e le prerogative del primo ministro a scapito del presidente della repubblica.

Dal punto di vista costituzionale, il Libano può essere definito una repubblica semipresidenziale perché il presidente della repubblica, per quanto non eletto direttamente dal corpo elettorale, condivide il potere esecutivo con il primo ministro, partecipando alle sedute del Consiglio dei ministri, nominando e revocando il primo ministro.
Il presidente della repubblica è eletto ogni sei anni da parte dei deputati. Il mandato dell'attuale presidente Émile Lahoud, scaduto nell'ottobre 2004, è stato prorogato di altri tre anni sotto pressione siriana.

Il potere legislativo è affidato all'Assemblea dei deputati (Majlis al-Nuwwāb), composta da 128 deputati eletti ogni cinque anni (in precedenza, ogni quattro) mediante suffragio universale diretto. Il diritto di voto si esercita a partire dall'età di ventuno anni.

I seggi in palio sono attribuiti in base sia ad un criterio geografico sia ad un criterio confessionale, attraverso una minuziosa ripartizione che cerca di riflettere gli equilibri demografici esistenti tanto a livello nazionale quanto a livello locale.

Governatorati Collegi elettorali sciiti sunniti drusi alawiti maroniti greco-ortodossi greco-cattolici armeno-ortodossi altri cristiani
Beirut 19 Beirut 1   2     1 1 1   1 1
Beirut 2 1 2       1   1 1 2
Beirut 3 1 2 1         2 1 3
Bekaa 23 Beqā'+Hermel 6 2     1   1    
Zahlah 1 1     1 1 2 1  
Rashayā+Beqā' Ovest 1 2 1   1 1      
Monte Libano 35 Jbeil+Kisrawān 1       7        
Nord Metn         4 2 1 1  
Ba'abda+Aley 2   3   5 1      
Shūf   2 2   3   1    
Nord Libano 28 Akkār, Dinniyeh, Bsharreh   5   1 3 2      
Tripoli, Zghorta, Batrūn, Kurah   6   1 6 4      
Sud Libano 23 Sidone, Tiro 9 2         1    
Hasbayā, Nabatiyeh, Jezzin 5 1 1   2 1 1    
Totale 128 27 27 8 2 34 14 8 5 3

1 protestanti; 2 gruppi minori, cattolici di rito latino; 3 armeno-cattolici.

I seggi sono attribuiti attraverso un sistema proporzionale a preferenze multiple.

In ogni collegio, ciascun elettore (indipendentemente dalla propria affiliazione religiosa) può esprimere tante preferenze quanti sono i seggi da assegnare per ciascun gruppo confessionale. (Ad esempio, nel collegio Beirut 2 l'elettore potrà esprimere una preferenza per il seggio sciita, due preferenze per i seggi sunniti, una preferenza per il seggio greco-ortodosso, una preferenza per il seggio armeno-ortodosso e una preferenza per il seggio riservato alle confessioni cristiane più piccole.) In questo modo, i candidati in lizza devono cercare di ottenere il consenso non solo dei propri correligionari, ma della maggioranza degli elettori del collegio. Questo sistema, concepito per promuovere gli esponenti più moderati in seno a ciascuna comunità, rischia di penalizzare le confessioni numericamente minoritarie. Negli ultimi anni sono state avanzate richieste di riforma della legge elettorale, introducendo collegi elettorali più piccoli oppure attraverso la costituzione di un collegio unico nazionale con sistema a preferenza unica.

Il sistema politico è dominato da alleanze elettorali ad hoc, costituite mediante negoziazioni e compromessi attorno a figure di notabili locali e personalità influenti di ciascun collegio elettorale. Queste liste non hanno una base ideologica e spesso non risultano nella formazione di gruppi parlamentari ben identificabili.

Anche le formazioni più strutturate, come HizbAllah, Amal, le Forze Libanesi e il Partito Progressista Socialista, evitano di schierare liste di partito, preferendo partecipare a coalizioni allargate.

Nella primavera del 2005, sulla scia dell'assassinio dell'ex-Primo ministro Rafīq al-Harīrī, di numerose manifestazioni di massa di diverso orientamento politico, nonché del ritiro dell'esercito siriano, si è prodotta un sostanziale cambiamento del paesaggio politico libanese. L'opposizione anti-siriana ha ottenuto una solida maggioranza, ottenendo 72 seggi su 128.

Coalizioni Componenti Leader Seggi
"Lista del martire Rafiq al-Hariri" 72 Corrente del Futuro (Tayyār al-Mustaqbal) Sa'ad al-Hariri 36
Partito Progressista Socialista (Hizb al-Taqadummī al-Ishtirākī) Walid Jumblatt 16
Forze Libanesi (al-Quwwat al-Lubnāniyyah) Samir Ja'ja 5
Raggruppamento di Qornet Shahwan
  • Partito delle Falangi (Hizb al-Katā'eb)
  • Partito Liberale Nazionale (Hizb al-Ahrār al-Watanī)
  • indipendenti
  6
Blocco di Tripoli   3
Rinnovamento Democratico   1
Sinistra Democratica (al-Yasār ad-Dīmuqrātī) Elias Atallah 1
indipendenti   4
"Blocco della Resistenza e dello Sviluppo" 35 Movimento della Speranza - AMAL (Harakat Amal) Nabih Berri 15
Partito di Dio (HizbAllah) Hassan Nasrallah 14
Partito Nazionale Sociale Siriano (al-Hizb al-Qawmī al-Ijtimā'ī al-Sūrī) Ali Qanso 2
altri
  • Partito della Risurrezione (Hizb al-Ba'th)
  • indipendenti
 

Assem Qanso

4
gruppo di Michel Aoun 21 Movimento Patriottico Libero (al-Tayyār al-Watanī al-Hurr) Michel Aoun 14
gruppo di Elias Skaff Elias Skaff 5
gruppo di Elias Murr Elias Murr 2
Totale 128

All'inizio di marzo 2006, il presidente dell'Assemblea dei deputati, Nabih Berri, ha convocato una conferenza chiamata "Dialogo Nazionale", a cui partecipano tutti i principali leader politici e i rappresentanti di tutte le confessioni religiose presenti nel Paese.

Divisione amministrativa

La Repubblica del Libano è divisa in sei governatorati (muhāfaza), a loro volta divisi in distretti (qadā'). L'unita amministrativa minima è il municipio (baladiyya).

Governatorati e distretti del Libano.
Governatorati e distretti del Libano.
  • Governatorato di Beirut
  • Governatorato della Bekaa (capoluogo Zahlah)
    • distretto di Hirmil
    • distretto di Ba'albak
    • distretto di Zahlah
    • distretto di Bekaa Ovest
    • distretto di Rashaya
  • Governatorato del Monte Libano (capoluogo Ba'abda)
    • distretto di Jbeil
    • distretto di Kisrawan
    • distretto di Metn
    • distretto di Ba'abda
    • distretto di Aley
    • distretto di Chouf
  • Governatorato del Nord Libano (capoluogo Tripoli)
    • distretto di 'Akkar
    • distretto di Miniye e Dinniye
    • distretto di Tripoli
    • distretto di Zgharta
    • distretto di Bsharre
    • distretto di Kura
    • distretto di Batrun
  • Governatorato del Sud Libano (capoluogo Sidone)
    • distretto di Sidone
    • distretto di Jezzine
    • distretto di Tiro
  • Governatorato di Nabatiye (capoluogo Nabatiye)
    • distretto di Nabatiye
    • distretto di Marjuyun
    • distretto di Hasbaya
    • distretto di Bint Jbeil

A causa dell'occupazione israeliana, protrattasi fino alla primavera del 2000, il governatorato di Nabatiyeh è stato di fatto fuso con il governatorato del Sud Libano. Nel 2003 è stata annunciata la creazione dei due nuovi governatorati di 'Akkar e Hirmil. La decisione non sembra avere trovato finora applicazione pratica.

Popolazione

La popolazione libanese comprende diversi gruppi etnici e religiosi: musulmani (sciiti, sunniti, alawiti), cristiani maroniti e di altre confessioni ortodosse arabe e armene, Drusi e altri ancora. Dal 1932 non si sono più avuti censimenti ufficiali a causa della grande sensibilità dei Libanesi nei confronti dei rapporti numerici fra le varie confessioni religiose.
Mentre un tempo i cristiani costituivano la maggioranza, attualmente, secondo le stime del governo statunitensi, i musulmani sono il 60% della popolazione residente; il resto è composto da cristiani: in prevalenza maroniti, poi greco-ortodossi, greco-cattolici, armeni (ortodossi e cattolici) e protestanti. Un tempo esisteva anche una piccola minoranza ebraica, che ha però abbandonato il paese. Infine, l'1% dei libanesi è di origine curda (si tratta dei Mhallami).
Molti milioni di Libanesi hanno lasciato la madrepatria per trasferirsi negli Stati Uniti, in Sud America (soprattutto in Argentina e Brasile), in Australia e in Europa, specialmente in Francia. I Libanesi della diaspora sono soprattutto di religione cristiana: si spiega così (insieme al tasso di crescita più elevato presso la popolazione islamica) il cambiamento nei rapporti numerici.

L'importanza degli equilibri religiosi ha fatto sì che ai rifugiati armeni di religione cristiana sia stata concessa la cittadinanza libanese che è invece negata ai profughi palestinesi.

Economia

Il Libano ha una lunga tradizione di politiche economiche basate sulla concorrenza e il libero scambio, che prevedono una rigorosa applicazione del segreto bancario (anche se recentemente è stata approvato un testo di legge contro il riciclaggio di denaro) e l'assenza di restrizioni riguardanti i movimenti di capitale e gli investimenti diretti dall'estero.

La guerra civile (1975-1990) ha danneggiato seriamente le infrastrutture del paese, ma non ne ha intaccato il ruolo e la reputazione di hub regionale dei servizi bancari, finanziari e assicurativi.

Nella prima metà degli anni Novanta, la ripresa economica, per quanto eccessivamente focalizzata sulla ricostruzione della capitale e sulle grandi opere, è stata favorita da un settore bancario finanziariamente solido e da un sistema di piccole e medie imprese dotate di grandi capacità di recupero, oltre che dalle rimesse provenienti dai libanesi residenti all'estero.

Tra il 2000 e il 2005 la crescita si è attestata su tassi prossimi allo zero (0.5% nel 2005), mentre il debito pubblico, cresciuto a dismisura negli anni del conflitto, è giunto nel 2005 al 200.7% del PIL. L'indice dei prezzi al consumo è ora sotto controllo, con un livello del 2.4% nel 2005, mentre il tasso di disoccupazione viene stimato intorno al 18% della forza lavoro.

Il governo libanese ha annunciato l'intenzione di procedere nel lungo periodo alla privatizzazione, mediante la vendita di una cospicua parte del proprio pacchetto azionario, della compagnia aerea di bandiera MEA-Middle East Airlines, della compagnia elettrica Électricité du Liban, della compagnia di telefonia fissa Liban Telecom e del Porto di Beirut. Nelle intenzioni del governo, i ricavi risultanti dalla vendita sul mercato e i risparmi sugli stipendi del personale delle compagnie privatizzate dovranno essere utilizzati per il risanamento dei conti pubblici e per l'appianamento del deficit di bilancio.

Il governo libanese intende inoltre varare un piano di razionalizzazione e riduzione della spesa pubblica, mentre il programma di riforma del sistema tributario ha mosso i suoi primi passi nel febbraio del 2002 con l'aumento della tassa sugli idrocarburi e l'approvazione dell'imposta sul valore aggiunto. Gli osservatori più scettici sottolineano che non è chiaro quanto questi obiettivi possano essere realizzati in un quadro di instabilità politica e di grande frammentazione sociale, aggravata da un crescente divario tra ricchi e poveri.

La Banca Centrale del Libano ha mantenuto un forte impegno nel preservare la credibilità e la stabilità della lira libanese, evitando di ricorrere a svalutazioni competitive (anche per mantenere sotto controllo il tasso di inflazione) e preservando un tasso di cambio di 1508 lire contro un dollaro americano.

L'Italia è il primo partner commerciale del Libano e contribuisce all'11.2% delle importazioni complessive del Paese.

Cultura

Il Libano è stato per millenni un punto di incontro tra civiltà differenti ed è abitato da diciassette confessioni religiose, ciascuna dotata di identità distinte, ed offre, di conseguenza, un panorama culturale straordinariamente ricco e stratificato.

L'UNESCO ha riconosciuto cinque siti libanesi come patrimonio mondiale dell'umanità: si tratta di Anjar, Baalbek, Byblos, Tiro e la valle di Qadisha.

Il Libano ospita numerose università, che seguono perlopiù il sistema accademico americano e offrono titoli di studio riconosciuti dagli atenei degli Stati Uniti. Tra le università più importanti spiccano, per prestigio, numero di iscritti, varietà di corsi e credibilità accademica, la American University of Beirut, fondata da missionari protestanti americani nell'Ottobre 1866, l'Université Saint-Joseph, fondata dai padri gesuiti nel 1875, la Lebanese American University e l'Université Libanaise, che è l'unico ateneo statale del Paese.

La vita artistica e letteraria di Beirut è particolarmente esuberante. Tra gli scrittori libanesi si ricordano Hoda Barakat, Elias Khuri, Rashid Daif e Samir Kassir.

Numerosi festival sono organizzati durante il periodo estivo, spesso all'interno di monumenti e siti archeologici. Il programma di questi festival comprende generalmente un mix di spettacoli teatrali, opera lirica, musical, concerti di musica classica e musica pop. I festival più importanti si svolgono a Baalbek, Beiteddine e Byblos.

Provengono dal Libano numerosi interpreti della musica araba contemporanea. Oltre a grandi stelle come Fairouz, celebre per la sua estensione vocale, lo spirito patriottico e le sue canzoni d'amore, e Marcel Khalife, noto per il suo impegno politico e come interprete di oud (uno strumento tradizionale simile al liuto), la nuova generazione dei cantanti di musica pop comprende nomi assai famosi in tutto il mondo arabo, come Nancy Ajram, Haifa Wehbe, Nawal Al Zoghbi, Elissa e Ragheb Alama.

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