La rivoluzione del sorriso
Calendario Multicolorato per la Pace 2012
 

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Dichiarazione del Bab







 



 

DICHIARAZIONE DEL BAB

Il Báb, al secolo Siyyid ‘Alí-Muhammad (Shíráz 1819 – Tabríz 1850) il 23 maggio del 1844, nella sua cittŕ natale, a Shíráz, proclamň al Suo primo discepolo, Mullá Husayn-i-Bushurů’í (appartenente al movimento Shaykhí) di essere Colui Che era ispirato da Dio per annunciare la venuta, di lě a breve, di Colui Che Dio avrebbe reso manifesto, il Sempiterno, che la storia insegna avrebbe assunto il nome di Bahá’u'lláh (Teheran 1817 – Akka 1892).
Con la proclamazione del suo mandato divino, il Báb – affermano i Bahá’í – si fece, di fatto, foriero sia della realizzazione, nel mondo, di quell’evangelico Regno di Dio che cambierŕ – stando alle profezie cristiane – il volto della terra in un giardino di pace e sia della venuta di quel biblico Giorno del Giudizio o Giorno del Signore (ebraico: jom JHWH) che pone tutti gli esseri umani nella condizione di dover scegliere tra la resurrezione spirituale (e quindi tra l’accettazione del Cristo tornato nella Gloria del Padre, in una nuova Manifestazione di Dio) e la continuazione pedissequa della propria esistenza terrena. Nel discorso fatto il 23 maggio 1844 a Mullá Husayn (umile, ma assai devoto studente persiano) il Báb disse: “In veritŕ, in veritŕ, č sorta l’alba di un nuovo Giorno. Il Promesso si č insediato nel cuore degli uomini”. E quindi, a seguire, egli rimarcň non solo l’adempimento del Dě del Giudizio, ma anche l’inizio di un processo di restaurazione spirituale che, attraverso la sua rivelazione profetica, avrebbe portato alla venuta di Colui Che Dio avrebbe reso manifesto, ovverosia al ritorno di Gesů, nella Figura di Bahá’u'lláh. Tutto questo nell’osservanza – affermano ancora i Bahá’í – di quella visione che, nel Vecchio Testamento, fu di Malachia: il quale rese noto di un ritorno dello spirito che fu del profeta Elia, al momento della conclusione del ciclo adamico dell’umanitŕ. Orbene, secondo i Bahá’í, il Báb rappresenta, appunto, questo ritorno d’Elia ed a riprova di tutto ciň pongono il fatto che i suoi resti mortali giacciono adesso sul Monte Carmelo, non distante dalle grotte dove visse Elia.
Sta di fatto, affermano i Bahá’í, che da quel 23 di maggio del 1844 (per l’esattezza storica: due ore ed undici minuti dopo il tramonto del 22 di maggio) il pianeta č assai cambiato, a rimarcare le parole del Báb che quella sera disse: “Questa notte, questa stessa ora, nei giorni avvenire, sarŕ celebrata come una delle feste piů grandi e piů significative”. Secondo i Bahá’í una conferma indiretta in tal senso, da non sottovalutare in maniera assoluta, č l’atto compiuto, il giorno dopo, da Samuel Finley Breese Morse: un ignaro cronista che, in linee e punti, comunicň al mondo la frase biblica: “Ciň che Dio ha scritto”.


Fonte Comunitŕ Bahai