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La Scuola della Pace con sede a Roma
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Pace

 

PACE - Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Il termine pace indica, in senso psicologico, la pace interiore, uno stato di quiete o tranquillità dell'animo percepita come assenza di disturbo o agitazione.

In ambito strettamente sociologico, indica l'assenza di violenza diretta tra individui o organizzazioni collettive. In questo ultimo senso, la pace fra ed entro le nazioni è un obiettivo di molte persone ed organizzazioni, tra cui l'Organizzazione delle Nazioni Unite.

Più specificatamente, la pace viene considerata (o dovrebbe essere considerata, secondo l'opinione corrente) un valore universalmente riconosciuto che sia in grado di passare talvolta anche attraverso l'accettazione dell'altro da sé e comunque sempre indirizzato a superare ogni qualsiasi barriera sociale e/o religiosa ed ogni pregiudizio ideologico, in modo da evitare situazioni di conflitto fra più persone.

La nozione di pace imposta (quando vengono cioè soppresse le persone che possono causare violenza), salita alla ribalta internazionale in seguito alle varie operazioni di peace enforcement (Serbia, Afghanistan, Irak), è considerata - dalla maggioranza dei pacifisti - avulsa dal vero significato intrinseco della parola.

 

Bandiera della pace

Bandiera della pace

Simbolo della pace

Indice

 

La pace nelle opere degli storici e dei filosofi

 

Tacito

Il seguente brano è tratto dalla Vita di Agricola e riporta le parole di Calgaco (Calgax) capo dei Britanni nell'ultimo tentativo di questi di opporsi alla conquista romana. Calgaco si sta rivolgendo ai suoi guerrieri prima dello scontro.

Auferre trucidare rapere falsis nominibus imperium, atque ubi solitudinem faciunt, pacem appellant - Depredano, trucidano, rubano e questo lo chiamano col nome falso di impero; hanno fatto un deserto e lo hanno chiamato pace. (traduzione libera)

La seconda parte di questa frase divenne famosa durante la Guerra del Vietnam (anni 70) in quanto usata in numerosi manifesti di protesta con riferimento al comportamento delle truppe statunitensi.


Concezione cristiana della pace
 

La pace nell'Antico Testamento

Nella religione cristiana, come scritto nell'Antico Testamento, la pace si esprime con la parola shalom (שלום). Questa parola va considerata e compresa in rapporto al contesto in cui viveva il popolo ebraico, che per la maggior parte della sua storia antica si è trovato in una sofferta lotta per la sopravvivenza, minacciato e minacciando continuamente di aggressione e schiavitù qualche popolo vicino.

Ciò avveniva nell'epoca più antica, quando gli ebrei erano un popolo nomade o seminomade, sia più tardi, quando, a partire dal XII secolo AC, essi si stanziaranno in città e villaggi.

Quando nell'antico testamento si legge la parola pace, bisogna pensare a una situazione ideale dove il popolo può vivere in tranquillità, senza minacce esterne. La pace favorisce lo sviluppo delle attività umane, e il servizio di Yahweh.

I profeti che annunciano i tempi del messia (per esempio Isaia 11,6) amano descrivere la pace in termini paradisiaci, dove persino tra gli animali non ci sarà la lotta per la sopravvivenza.

La pace nella predicazione di Gesú

Gesù predica l'avvento del Regno di Dio: il Padre offre agli uomini la salvezza promessa dai profeti; è necessario prendere una decisione e aderire alla sua persona e coinvolgersi nell'annuncio della buona notizia.

In questo contesto, per Gesù il valore della fedeltà e della testimonianza alla sua persona è più importante che il valore della pace.

Sebbene viva in un momento di dominazione straniera, Gesù non si schiera né con i patrioti né con i collaborazionisti. Piuttosto invita tutti a essere fedeli a Dio. Sembra che riguardo alla pace voglia dire: non importa la situazione esterna, quanto la fedeltà a Dio che chiama.

Per questo, usando una forma di esprimersi per contrapposizioni comune nel suo tempo, Gesù afferma che non è venuto a portare la pace, ma la guerra, e che i primi nemici dell'uomo saranno i suoi stessi familiari (vedi Matteo 10,34). Con questo intende dire che non si può sacrificare la fedeltà alla parola e alla chiamata di Dio per non entrare in conflitto con la propria famiglia.

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La pace nel resto del Nuovo Testamento

Cristo resuscitato si presenta agli apostoli la sera dello stesso giorno di Pasqua e dice loro: "La pace sia con voi" (Giovanni 20,21). Questa pace è la piena comunione con Dio, frutto del sacrificio redentore di Gesù.

San Paolo, scrivendo agli Efesini, dice che "Cristo è la nostra pace, perché ha fatto di due popoli uno solo" (2,14): vuol dire che l'annuncio del vangelo ai giudei e ai pagani ha fatto entrare in contatto due popoli che prima erano antagonisti.

La pace, figlia dello sviluppo e della giustizia nel pensiero di Paolo VI

Il papa Paolo VI ha osservato nell'enciclica Populorum progressio (26 marzo 1967) che la pace è legata alla giustizia (n. 5). Per questo, dice, ha creato la Pontificia Commissione Giustizia e Pace:

Infine, recentemente, nel desiderio di rispondere al voto del concilio e di volgere in forma concreta l'apporto della Santa Sede a questa grande causa dei popoli in via di sviluppo, abbiamo ritenuto che facesse parte del Nostro dovere il creare presso gli organismi centrali della chiesa una commissione pontificia che avesse il compito di «suscitare in tutto il popolo di Dio la piena conoscenza del ruolo che i tempi attuali reclamano da lui, in modo da promuovere il progresso dei popoli più poveri, da favorire la giustizia sociale tra le nazioni, da offrire a quelle che sono meno sviluppate un aiuto tale che le metta in grado di provvedere esse stesse e per se stesse al loro progresso» (Lettera apostolica motu proprio Catholicam Christi Ecclesiam: AAS 59 (1967), p. 27). «Giustizia e pace» è il suo nome e il suo programma. Noi pensiamo che su tale programma possano e debbano convenire, assieme ai Nostri figli cattolici e ai fratelli cristiani, gli uomini di buona volontà. È dunque a tutti che Noi oggi rivolgiamo questo appello solenne a un'azione concertata per lo sviluppo integrale dell'uomo e lo sviluppo solidale dell'umanità.

La stessa enciclica aggiunge più avanti un altro importante elemento: "Lo sviluppo è il nuovo nome della pace" (n. 76):

Le disuguaglianze economiche, sociali e culturali troppo grandi tra popolo e popolo provocano tensioni e discordie, e mettono in pericolo la pace. Come dicevamo ai padri conciliari al ritorno dal nostro viaggio di pace all'ONU: «La condizione delle popolazioni in via di sviluppo deve formare l'oggetto della nostra considerazione; diciamo meglio, la nostra carità per i poveri che si trovano nel mondo - e sono legione ìnfinita - deve divenire più attenta, più attiva, più generosa» (AAS 57 (1965), p. 896). Combattere la miseria e lottare contro l'ingiustizia, è promuovere, insieme con il miglioramento delle condizioni di vita, il progresso umano e spirituale di tutti, e dunque il bene comune dell'umanità. La pace non si riduce a un'assenza di guerra, frutto dell'equilibrio sempre precario delle forze. Essa si costruisce giorno per giorno, nel perseguimento di un ordine voluto da Dio, che comporta una giustizia più perfetta tra gli uomini. (Cf. papa Giovanni XXIII, enciclica Pacem in terris: AAS 55 (1963), p. 301)

Per Paolo VI è chiaro che non ci può essere pace finché non ci sia giustizia e possibilità di un sano sviluppo per tutti i popoli.

Gli altri interventi dei papi sulla pace

Benedetto XV chiamò la guerra una "inutile strage" (1917).

Pio XII alzó la voce per affermare che "Tutto è perduto con la guerra, niente è perduto con la pace".

Giovanni XXIII scrisse l'enciclica Pacem in terris, dedicata al tema della pace.

Paolo VI gridò davanti all'assemblea dell'ONU: "Mai più la guerra!".

Giovanni Paolo II ha più volte alzato la voce sull'inutilità della guerra e sulla necessità del dialogo per risolvere i conflitti tra le nazioni. Lo ha fatto soprattutto in occasione della Guerra del Golfo (1991) e del conflitto irakeno (2003).

Riflessione teologica

Dopo Cristo la Pace è il dono offerto agli uomini dal Signore risorto ed è il frutto della vita nuova inaugurata dalla sua resurrezione. La pace, pertanto, si identifica come "novità" immessa nella storia dalla Pasqua di Cristo. Essa nasce da un profondo rinnovamento del cuore dell'uomo.

È un dono da accogliere con generosità, da custodire con cura, e da far fruttificare con maturità e responsabilità. Per quanto travagliate siano le situazioni e forti le tensioni e i conflitti, nulla può resistere all'efficace rinnovamento portato dal Cristo risorto.

Cristo è la pace di tutti gli uomini. Con la morte in croce, Cristo ha riconciliato l'umanità con Dio e ha posto le basi nel mondo di una fraterna convivenza fra tutti.

I credenti sperimentano la potenza rinnovatrice del suo perdono. La misericordia divina apre il cuore al perdono verso i fratelli, ed è con il perdono offerto e ricevuto che si costruisce la pace nelle famiglie e in ogni altro ambiente di vita.

La pace nel pensiero di Martin Luther King

Martin Luther King, in una lettera che ha mandato dalla prigione di Birmingham (USA) ha scritto che: "La vera pace non è solo la assenza di tensione: è la presenza della giustizia" (vedi M.L.King - Lettere dal carcere (in inglese)

Il pacifismo moderno

Nei tempi moderni si è sviluppata una coscienza più chiara del fatto che i problemi nazionali e internazionali possono essere risolti senza ricorrere alla violenza. Tuttavia, alcune manifestazioni pacifiste sono sfociate in aspri scontri con le forze dell'ordine (come ad esempio in occasione del G8 di Genova).

Peace Studies

I "peace studies" ("studi sulla pace") sono una recente subdisciplina delle scienze politiche che si occupa dell' analisi dei fattori psicologici, sociologici e politici determinanti nell'ottenimento di una pace positiva, mentre normalmente gli studi sulle relazioni internazionali si occupano dei fattori, problemi, fenomeni e genesi della guerra ignorando quelle che sono le basi della pace. Illustri Protagonisti di questa giovane disciplina sono Kenneth E. Boulding, Dieter Senghaas, Johan Galtung, Ernst-Otto Czempiel, Lothar Brock.

I "peace studies" si sono sviluppati recentemente anche in Italia con la nascita di corsi di laurea e master universitari (Vedi [1], [2] e [3]).

Voci correlate

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